Una scatola grafica che tende all’infinito
Cominciamo a descrivere i restauri frutto di ragionamento e notti insonni. Il primo ambiente di cui vi vogliamo parlare è il laboratorio, laddove nascono le nostre creazioni. Nel corso del tempo ha subito diverse trasformazioni. Due tavoli con sedie, porta scorrevole laterale, frontale e a vista, banco da lavoro con sgabelli, vetro per guardare dentro… Qui si fa il lavoro sporco, inutile sforzarsi troppo a renderlo bello.
Questa volta invece, siamo partiti dal presupposto che questo è il luogo più importante di tutto il nostro mondo e per questo merita una valorizzazione certosina sia da un punto di vista estetico che di comodità.
Subito dopo Natale lo abbiamo completamente svuotato, ripulito e risistemato in base alle produzioni attuali. Poi consapevoli che deve essere la rima cosa che si vede entrando, è stato ripensato in tutto. Cominciamo dall’affaccio ora ben più ampio e agile. Due porte vetrate una scorrevole e l’altra fissa, delimitano la zona, quasi come se dal lato dell’esposizione, ci si affacciasse sulla veranda della nostra casa. Ebbene sì, perchè se anche in laboratorio non ci sia nemmeno una finestra, ora sembra invece dare la sensazione di uno sfogo sull’esterno. Una fuga prospettica verso l’infinito, ossia verso lo sconfinato mondo della fantasia.
Per caratterizzare la stanza abbiamo usato una carta da parati di forte impatto. Un’insieme di righe oblique nere su sfondo bianco, che pare siano disegnate con un pennarello. Una scatola grafica insomma, dove scatenare il nostro estro.
Il brutto lavandino che ormai cadeva a pezzi, è stato sostituito con un altro elemento più piccolo e raffinato. In una storia vi avevamo annunciato che dietro il suo montaggio c’era una narrazione da fare. Presto detto: durante l’utilizzo del trapano per fissare al muro le staffe che lo avrebbero sospeso, un buco sbagliato ha causato un’inondazione enorme e improvvisa all’interno dell’Orientexpress. Per fortuna dopo attimi di panico, siamo riusciti a risolvere il problema nel giro di mezza giornata. Momenti questi che comunque scoraggiano e ti fanno maledire il momento in cui hai pensato di cambiare tutto.
Per ingentilire oltremodo la parete, sopra di esso abbiamo affisso uno specchio con la cornice oro, un pupazzo raffigurante Michelangelo Buonarroti e due quadretti. Nel primo una stampa con due capanni. L’opera originale è di Ivo Pompili, pittore e grafico pubblicitario che prima di noi ha lavorato in questo posto. Nel secondo c’è incastonata una moneta da un euro trovata davanti all’ingresso di via Cattabeni 31, il giorno che eravamo venuti a vedere il locale con l’agente immobiliare.
Poi vasi e vasetti con piante, perchè qualche accenno di natura aiuta a ridarci armonia anche nei momenti più difficili.