Il salottino

Un chiodo fisso che avevamo sempre avuto, ma che mai eravamo riusciti a mettere in pratica, l’angolo per ricevere i nostri ospiti. Avete capito bene, “ospiti” e non clienti. Questo perchè chi varca la soglia dell’Orientexpress, è un po’ come se entrasse a casa nostra. Qui passiamo gran parte delle nostre giornate, creando e cercando di organizzare la vita quotidiana. Ora che il negozio è ristrutturato, questa idea di domestica intimità, deve arrivare chiara e forte. Siamo stanchi della freddezza della maggior parte dei locali commerciali, per lo più franchising fatti con lo stampino e che vendono le stesse cose che si trovano anche sulle tanto famose piattaforme online. Possiamo non piacere certo, ma almeno proviamo a fare qualcosa di unico e riconoscibile. Ecco perchè il luogo in cui tutto questo prende forma, ci deve rappresentare al meglio.

Dunque ci siamo finalmente imposti l’angolo con il salotto. Abbiamo posizionato un vecchio divano degli anni ’40 già utilizzato per svariate iniziative culturali della nostra Associazione. Alle sue spalle, appesi cassetti come scansie e uno specchio, tutti rigorosamente oggetti di recupero, che stavano per essere buttati nella spazzatura. C’è poi un tavolinetto ridipinto con una ghirlanda di primule, il primo fiore dell’anno. Il simbolo di una primavera artistica che sta per sbocciare di nuovo. Due poltroncine regalateci dalla figlia di Ivo Pompili, il pittore che prima di noi ha lavorato in via Cattabeni 31. Un lampadario reinventato sottolinea infine questo spazio … ma di lui parleremo abbondantemente in seguito. Il tutto con affianco la vetrata con affaccio sul laboratorio, che metaforicamente verte all’infinito della creatività.

Insomma, già abbiamo cominciato ad utilizzarlo alla grande, facendoci sedere le tante persone in visita, curiose per la nuova ristrutturazione. Un posticino dove poter scambiare idee, proposte, parlare di progetti lavorativi e perchè no, organizzare eventi. Vogliamo sfruttare questo spazio anche per appuntamenti particolari. Ancora ne stiamo mettendo appunto la formula, ma sarebbe bello nel nostro piccolo, poter incentivare la possibilità di parlare, spingersi al confronto con altre persone, discutendo dei più disparati temi. Abbiamo notato che la comunicazione personale comincia ad essere molto complicata, quasi completamente assente e questo non fa di certo bene. Per esempio guardate intorno a voi quando siete al ristorante: gente seduta allo stesso tavolo, che affonda il proprio sguardo nel cellulare, piuttosto che parlare con chi ha davanti. Panico.