Giovanna da Montefeltro arriva all’Orientexpress
Escluso qualche sporadico accenno, mai il mondo rinascimentale era stato trattato all’Orientexpress. Dopo anni di rievocazione storica, era però ormai ora di fare qualcosa.
La storia del costume è stata da sempre una grande passione e oltre alle linee proposte in negozio, questa peculiarità l’abbiamo dimostrata costantemente prendendo parte al Carnevale di Venezia con le creazioni frutto del nostro ingegno e vincendo numerose edizioni del concorso per la maschera più bella. Poi il desiderio di mettere al servizio questo talento per la nostra città, ci ha portato a ricercare un momento storico di particolare rilievo per Senigallia. Ecco dunque che ai nostri occhi, l’epoca più fulgida è stata quando Giovanni Della Rovere per volere di suo zio Papa Sisto IV, ne ha preso possesso, facendola diventare una florida Signoria. E’ nato così nel 2017 Il Solenne Ingresso, la rievocazione storica organizzata dalla nostra Associazione Culturale L’Estetica dell’Effimero, che racconta l’arrivo in città nel 1479, del nuovo Signore insieme a sua moglie Giovanna da Montefeltro, figlia dell’illustre e potente Duca di Urbino.
Proprio lei infine ci ha stregati. Una donna intelligente, risoluta, che sapeva governare il popolo quando suo marito era fuori anche per lungo tempo, impegnato in qualche campagna militare. Sua la lettera di raccomandazione scritta al Gonfaloniere di Firenze Pier Soderini, che ha lanciato il sommo pittore Raffaello Sanzio. Si dice di lei che durante il potere temporale di Papa Giuglio II, fratello di Giovanni, la Prefettessa, così veniva chiamata, fosse onnipotente presso il Vaticano. Eppure, nonostante tanto carisma, di lei non resta nulla, neanche un ritratto ufficiale. Una figura sbiadita e appena ricordata persino dai senigalliesi. Questo amore verso di lei ci ha mosso da prima a pubblicare un libro con Venturaedizioni. Giovanna da Montefeltro – Vita, costumi e immagine della Prefettessa è un panphlet scritto a più mani. Lorenzo Marconi ne ha curato la parte biografica, Anna Pia Giansanti quella iconografica, Massimo Eleonori quella legata alla ricostruzione di un suo presunto guardaroba. Un progetto che non ha pretese di scoprire niente di nuovo, ma raccogliendo al suo interno tutto ciò che si sa su di lei, accendere un riflettore su questo personaggio e magari stuzzicare la curiosità di qualche studioso a indagare più a fondo.
A questo punto la possessione di Giovanna è stata quasi totale e mancava dunque soltanto il tassello di renderla musa ispiratrice di qualche nostra collezione. Uno degli oggetti più iconici dell’Orientexpress è senza dubbio il ventaglio e così proprio con questo manufatto abbiamo pensato di cominciare. Due linee parallele la vedono ritratta attraverso lo stile inconfondibile dai tratti grafici e laccati. Come abbiamo già detto di lei si sa ben poco, quindi per raffigurarla, ci siamo lasciati ispirare dai dipinti dei suoi contemporanei come lo stesso Raffaello, Piero della Francesca e tanti altri ancora. Dame che indossano gamurre, giornee e maniche dalle quali escono bianche camice sbuffanti, fanno fede a quello che una dama rinascimentale avrebbe sicuramente indossato. A completare il look, acconciature e gioielli preziosi.
Le idee sono due, una più semplice, composta dal solo ventaglio con la silhouette di legno dipinto, abbinato nei colori a quelli del tessuto del ventaglio. L’altra più preziosa, vede l’oggetto in seta proposto insieme ad un astuccio della stessa stoffa e dai motivi di rimando rinascimentale come le famose ceramiche di Casteldurante. Il tutto racchiuso in una scatola in legno finemente decorata. Qui i personaggi raffigurati sono molteplici, ma tutti girano filologicamente intorno alla figura di Giovanna che comunque resta preponderante con ben due cofanetti dedicati su sei totali. Insieme a lei c’è sua mamma Battista Sforza, Duchessa di Urbino e sua suocera Madonna Manerola. La sorella Elisabetta da Montefeltro Signora di Rimini e Caterina Sorza Signora di Imola e Contessa di Forlì. Donne forti che pur dovendo sempre stare un passo indietro, hanno fatto la storia d’Italia.