Continuando a parlare delle riproduzioni di giocattoli nell’antichità, per la sezione didattica all’interno del Museo del Giocattolo che presto aprirà a Senigallia, raccontiamo qui il Gioco del Serpente.
Un tipico intrattenimento questo, molto in voga in Egitto. L’originale che abbiamo preso in esame per realizzarne la copia, è in esposizione al British Museum di Londra.
Come oggi, il tempo libero in Egitto veniva impiegato a seconda delle possibilità economiche, ma esistevano attività accessibili a tutti naturalmente tenendo conto dell’età e del sesso.
Gli egizi non avevano teatri ma andavano spesso ai banchetti e si divertivano a guardare le cerimonie e le processioni.
Amatissimi erano i giochi da tavolo, e tra questi uno dei più gettonati era il gioco del Meheil dal geroglifico MHN che significa serpente arrotolato o “gioco del serpente”. Si giocava su una tavola rotonda che rappresentava un serpente arrotolato su se stesso, il cui corpo era diviso in caselle, con la testa al centro.
I giocatori si servivano di pedine a forma di leoni sdraiati costruiti con ossa di animali e bilie.
Questo gioco avrebbe un significato simbolico: deriverebbe dalle antiche tecniche usate per la caccia al leone, secondo le quali veniva scavata una fossa, che si nascondeva con uno strato di vegetazione sostenuta da un telaio di canne e vi si metteva sopra il cadavere di un serpente come esca. Nel gioco, il serpente afferrava, non si sa bene come, i leoni rappresentanti dalle pedine.